“Oh che spavento gli sarà allora il pensare e dire: Stamattina son vivo, stasera facilmente sarò morto! Oggi sto in questa camera, domani starò in una fossa! E l'anima mia dove starà? Che spavento, quando vedrà apparecchiarsi la candela! Quando vedrà comparire il sudor freddo della morte! Quando udirà ordinarsi a' parenti che si partano dalla stanza e non v'entrino più! Quando comincerà a perder la vista, oscurandosi gli occhi! Che spavento finalmente, quando già s'allumerà la candela, perché la morte è già vicina! O candela, candela, quante verità che allora scoprirai! O come farai allora vedere le cose differenti da quelle che ora compariscono! come farai conoscere che tutt'i beni di questo mondo son vanità, pazzie ed inganni! Ma che servirà intendere queste verità, quand'è finito il tempo di potervi rimediare?”
E ancora San Alfonso ci ricorda…
Fratello mio, se volete viver bene, procurate di vivere in questi giorni che vi restano, a vista della morte. 'O mors, bonum est iudicium tuum' (Eccli 41,3). Oh come bene giudica le cose e dirige le sue azioni, chi le giudica e dirige a vista della morte! La memoria della morte fa perdere l'affetto a tutte le cose di questa terra. 'Consideretur vitae terminus, et non erit in hoc mundo quid ametur', dice S. Lorenzo Giustiniani. 'Omne quod in mundo est, concupiscentia carnis est, concupiscentia oculorum, et superbia vitae' (1 Io 2,16). Tutti i beni del mondo si riducono a' piaceri di senso, a robe e ad onori; ma ben disprezza tutto, chi pensa che tra poco ha da ridursi in cenere e ad esser posto sotto terra per pascolo di vermi.
Ed in fatti a vista della morte i Santi han disprezzati tutti i beni di questa terra. Perciò S. Carlo Borromeo si tenea nel tavolino un teschio di morto, per mirarlo continuamente. Il cardinal Baronio sull'anello teneasi scritto: 'Memento mori'. Il Ven. P. Giovenale Ancina vescovo di Saluzzo tenea scritto sopra un altro teschio di morto il motto: 'Come tu sei, fui pur io: e com'io sono, sarai pur tu'. Un altro santo Eremita dimandato in morte, perché stesse con tanta allegrezza, rispose: Io ho tenuto spesso avanti gli occhi la morte, e perciò ora ch'è giunta, non vedo cosa nuova.
Che pazzia sarebbe d'un viandante, se viaggiando pensasse a farsi grande in quel paese per dove passa, e non si curasse di ridursi poi a vivere miseramente in quello dove ha da stare in tutta la sua vita? E non è pazzo chi pensa a farsi felice in questo mondo, dove ha da stare pochi giorni, e si mette a rischio di farsi infelice nell'altro, dove avrà da vivere in eterno? Chi tiene una cosa aliena in prestito, poco ci pone affetto pensando che tra poco l'ha da restituire: i beni di questa terra tutti ci sono dati in prestito; è sciocchezza metterci affetto, dovendoli tra poco lasciare. La morte ci ha da spogliare di tutto. Tutti gli acquisti, e fortune di questo mondo vanno a terminare ad un'aperta di bocca, ad un funerale e ad una scesa in una fossa. La casa da voi fabbricata tra poco dovrete cederla ad altri; il sepolcro sarà l'abitazione del vostro corpo sin al giorno del giudizio, e di là dovrà poi passare al paradiso o all'inferno, dove già prima sarà andata l'anima.

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